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Notte. Nel letto bastardo, nel letto a una piazza e mezzo, l'autore (Enomis, poeta dilettante in senso baudelairiano e saviniano, delirante, amante dei versi più che del verso, alla ricerca del gesto perfetto, insomma: sperimentarista) scopre, con tutti i suoi sensi acuiti a causa dell'insonnia assetata, l'alchimia della scrittura. Quest'esperienza lo porta a pensare il presente (e all'impossibilità di renderlo, nella sua completezza, con la scrittura) e a ricordare allegoricamente il suo innumerevole passato e nello stesso momento lo proietta verso il futuro, sospingendolo verso arcane profezie, sul destino dell'umano in chiave esistenziale e istituzionale e religiosa, passando attraverso riflessioni ipnagogiche da dormiveglia. "Ecco la bianca notte che avanza". Simone Carunchio cura i testi di Enomis e lo rappresenta.